BIODIVERSITÀ
La Convenzione ONU sulla Diversità Biologica definisce la biodiversità come la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi vivono. Questa include la diversità a livello genetico, di specie e di ecosistemi.
ITALIA
L’Italia rappresenta uno dei più importanti serbatoi di biodiversità vegetale e animale del continente europeo. La posizione geografica al centro del Mediterraneo, la presenza contemporanea di notevoli dislivelli altitudinali (dal livello del mare a montagne che superano i 4.000 metri) e di differenze latitudinali (dalle rigide temperature alpine al caldo arido delle aree più meridionali) ha creato una notevole quantità di ambienti e contesti climatici differenti.
È il paese europeo che in assoluto ospita il più alto numero di specie, ovvero circa la metà delle specie vegetali e circa un terzo di tutte le specie animali attualmente presenti in Europa.
FRIULI VENEZIA GIULIA
Il Friuli Venezia Giulia è una regione ricca di biodiversità, con territori naturali molto diversi tra loro, che vanno dall’ambiente lagunare a quello alpino. Le varietà di specie viventi presenti sul territorio rispecchiano questa eterogeneità, creando un patrimonio unico e tutelato da un’ampia rete di aree naturali protette.
Tale situazione è legata a due principali fattori:
- la presenza di una grande varietà di ambienti e di paesaggi naturali che si succedono l’uno a fianco dell’altro su brevissime distanze, sia da nord a sud, che da est ad ovest;
- la particolare collocazione, che coincide con il punto di sovrapposizione e di contatto dei più grandi distretti biogeografici che gravitano rispettivamente sul bacino mediterraneo, sull’arco alpino, nell’area dell’Europa centrale ed in quella più orientale balcanica.
Entrambi i fattori portano in “dote” un grande contributo in termini di biodiversità e fanno della nostra regione un importante luogo di presenza e un interessantissimo teatro di scambio e di smistamento di specie e sottospecie.
Diamo uno sguardo ad alcune specie da vicino.
LE API
Le api e gli altri impollinatori svolgono un ruolo fondamentale per l’ambiente. Infatti è grazie a loro che molte delle piante con fiori possono riprodursi, sfruttando il loro corpo per inviare il polline da un individuo all’altro.
Circa l’84% delle specie di piante e l’80% della produzione alimentare in Europa dipendono in larga misura dall’impollinazione a opera delle api e di altri insetti pronubi.
La sopravvivenza di questo prezioso insetto è fortemente a rischio a causa:
- dell’acaro Varroa
- dell’uso degli insetticidi e pesticidi
- dei cambiamenti climatici che influiscono negativamente su loro ciclo vitale
Sai che esiste anche l’ape carnica?
L’ape carnica (Apis mellifera carnica) è una sottospecie di ape mellifera dell’Europa occidentale, è quasi completamente scura e la sua fitta peluria le conferisce una colorazione grigiastra; è docile e prolifica, ha una forte tendenza alla sciamatura e sverna senza alcuna difficoltà anche in condizioni climatiche non favorevoli.
I LUPI
I lupi stanno ripopolando le montagne della Carnia e di questo dobbiamo essere felici, perché dove c’è il lupo l’ambiente è più sano.
Ascolta il podcast di Radio Magica Fondazione Onlus per saperne di più.
https://youtu.be/dII6l_QMxxY

BIODIVERSITÀ COLTIVATA
A fine ‘800 le orticole coltivate erano un centinaio.
Ora sono ridotte a 30/ 40 specie che costituiscono il 90% della base alimentare.
C’è stato un progressivo impoverimento del paniere alimentare e, per ovviare a ciò, fondamentale è il recupero di antiche specie orticole coltivate. Citiamo a titolo di esempio: le fave di Sauris, le rape di Verzegnis, il Cavolo Cappuccio di Collina di Forni Avoltri, tutte varietà dall’alto potere nutrizionale. Interessante è anche l’”addomesticamento” di specie selvatiche, come il radicchio di monte, nuove coltivazioni che permettono di avere un prodotto di nicchia, che contrata la raccolta indiscriminata nei prati e la conseguente alterazione degli ecosistemi.
La biodiversità è un indicatore per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità stilati dall’ONU.
Cosa si intende con modello di sviluppo sostenibile?
Un modello in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.
- Il concetto di sostenibilità ha cominciato a farsi strada negli anni ’70
- Per convenzione il 1972 è la data di presa di coscienza di un problema con la Prima Conferenza Mondiale indetta dalle Nazioni Unite a Stoccolma
- Il modello fondato sulla crescita e sul consumo senza limiti vacilla
- 17 sono i traguardi che la comunità mondiale deve raggiungere entro il 2030 e i progressi vengono misurati sulla base di indicatori precisi.
Traguardi SOSTENIBILITÀ da raggiungere ENTRO IL 2030 NEL MONDO:
- Povertà 0
- Fame 0
- Salute e benessere
- Istruzione di qualità
- Uguaglianza di genere
- Acqua pulita e igiene
- Energia pulita e accessibile
- Lavoro dignitoso e crescita economica
- Industria, innovazione e infrastrutture
- Ridurre le disuguaglianze
- Città e comunità sostenibili
- Consumo e produzione responsabili
- Agire per il clima
- La vita sott’acqua
- La vita sulla terra
- Pace, giustizia e istituzioni forti
- Partnership per gli obiettivi
Rispettare la biodiversità significa operare scelte sostenibili per:
- l’ambiente, perché conserva la qualità e la rinnovabilità delle risorse naturali nel tempo e garantisce l’integrità degli ecosistemi.
- l’economia rurale, perché genera reddito a lungo termine e crea posti di lavoro, garantisce l’efficienza ecologica e offre un ambiente competitivo, dove la qualità prevale sulla quantità e i prezzi riflettono il reale valore del cibo.
- la società, perché offre opportunità di sviluppo e rafforza l’idea di comunità.